sabato 2 dicembre 2006

LA DELFINOTERAPIA Nell'ambito della delfinoterapia il contributo della dottoressa Marina Giuseppini ( http://www.ciaopet.com/risorseSottoSezioneH.asp?IDSottoSezione=1289 ) , psicologa e presidente della S.I.T.A.C.A., Società Italina Terapie e Attività Con Animali (http://www.itaca-pet-therapy.com/statuto.htm ) è importantissimo per comprendere la complessa serie di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico-psicologico.

Foto di Cinese

“L’occhio di un delfino riesce ad essere così simile a quello dei tuoi simili da farti dimenticare , per un attimo, di essere e di sentirti diverso. E allora puoi galleggiare con lui , e ti accorgi che lui fa qualcosa di più che seguirti e basta: nuota con te, accanto a te, come un delizioso compagno di viaggio”. Nella storia dell’uomo l’animale costituisce non solo un aiuto essenziale per la sopravvivenza , ma anche uno stimolo costante sul piano emotivo e immaginativo. Questo ci porta alle radici istintuali del nostro essere, ci aiuta a mantenere vivo il contatto con la ricchezza, la creatività, la spontaneità di un mondo interiore non soggiogato al rigore della logica o al conformismo delle convenzioni. E’ accertato che i delfini hanno contribuito a salvare persone in procinto di annegare e, sebbene siano animali selvatici, hanno dimostrato la capacità di interagire in modo amichevole, sensibile e giocoso con gli esseri umani. Studi effettuati fin dagli anni ’70, soprattutto negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia hanno dimostrato che ragazzi autistici o con problemi di comunicazione e apprendimento , adulti depressi , anziani istituzionalizzati, hanno ottenuto sorprendenti benefici da progetti educativi e terapeutici che prevedevano il rapporto con i delfini. I vissuti emotivi riferiti più spesso sono gioia, serenità, fiducia persistenti. Sembra che i delfini siano in grado di rompere l’isolamento presente nell’autismo. Bambini che spesso, nelle sedute tradizionali, sono assenti e ignorano il terapeuta, in vasca non solo seguono costantemente i delfini con lo sguardo , ma sono in contatto anche con l’operatore e ne seguono prontamente le indicazioni. La situazione rilassata e serena , insieme con il fatto che l’animale sia percepito come semplice compagno di gioco, anche se un po’ speciale , spiegano in parte questi comportamenti.

Ritengo interessante segnalare pratiche terapeutiche alternative come la delfinoterapia, tecnica non ancora diffusa in Italia che richiede professionisti formati in modo specifico e strutture adeguate. Oltre ai tradizionali problemi di comunicazione, questa pratica si è rivelata particolarmente utile per la cura di una molteplicità di patologie quali: malati terminali, paraplegici, persone che hanno patito gravi amputazioni, ragazzi ciechi e sordociechi. I delfini mostrano una straordinaria sensibilità attraverso cui riescono a comunicare come pochi altri con l'uomo. La delfinoterapia è da tempo utilizzata in USA, in Russia, in Israele, dove ci sono da tempo strutture deguate e funzionali.

Per ulteriori informazioni segnalo i seguenti indirizzi:

http://www.dolphinsplus.com/

http://www.fortunecity.com/boozers/coachandhorses/94/curiosita.html

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