giovedì 14 giugno 2007

LA PSICOLOGIA DEL VIAGGIATORE
Scegliere le proprie vacanze? Desideri, aspettattive, personalità, traguardi.... Nasce così una nuova disciplina: la Psicologia turistica.
La narrativa, la musica e le differenti espressioni di arte, sia italiana che straniera, hanno da sempre fatto ricorso alla metafora del “viaggio”, un’immagine evocativa in grado di descrivere in modo pertinente il percorso di scoperta, d’indagine e di strutturazione della personalità di un individuo. Un percorso costellato da tappe con soste, imprevisti, ma soprattutto scelte. Scelte spesso determinanti per il raggiungimento del proprio traguardo personale. La scelta della meta delle proprie vacanze, ad esempio, è altrettanto complessa. In questi giorni i media, i giornali e i siti Internet specializzati, sono impegnati nella pubblicizzazione di numerose e differenti mete presso le quali trascorrere un periodo di soggiorno. In questi messaggi promozionali è possibile accedere alle informazioni più rilevanti in termini di rapporto costo-benefici, in grado di orientare il viaggiatore nella scelta del pacchetto più adeguato alle proprie esigenze. Negli ultimi anni, la scelta e l’organizzazione delle vacanze – sempre per più persone - risulta più attenta a numerose variabili (quali la scelta della località, il confronto dei costi, la propria disponibilità lavorativa, etc.) e viene ad assumere più di frequente le caratteristiche di un vero e proprio progetto. Tali attenzioni vengono così accolte e sostenute dagli operatori del settore turistico, che avviano le campagne pubblicitarie e promozionali ogni anno sempre più in anticipo rispetto alla stagione vacanziera. Succede, così, che nel corso delle festività natalizie, si sfogli un depliant che propone paesaggi tropicali nonché scenari paradisiaci. Tutto questo può essere ricondotto al valore e alla funzione di evasione e/o ricerca di relax che un viaggio può assumere per colui che lo organizza e che ne dispone in maniera accurata i termini e le condizioni. Si è inserita all’interno del panorama scientifico degli ultimi anni una nuova disciplina, la Psicologia turistica, che restituisce al viaggiatore la sua dimensione di individuo con motivazioni, preferenze, desideri, liberandolo dalla dimensione del viaggiatore, visto in extremis dagli operatori del settore, quale “soggetto economico”. Una ricerca, condotta dal gruppo del Prof. Mannheimer, che ha visto coinvolto un campione costituito da circa 4000 individui, riguardante la percezione delle proprie vacanze da parte degli italiani, ha dimostrato come attualmente il popolo vacanziero italiano rifugge da un prodotto massificato e da un servizio poco attento alle proprie esigenze, in una parola: approssimativo. Dai dati emerge che anche quei soggetti che non amano affidarsi alle agenzie di viaggio, ma che si danno da fare per reperire sul web le opportunità più vantaggiose, sono comunque attenti alla qualità dell’offerta alla quale si approcciano in modo critico. Continua, comunque, a popolare le più disparate località turistiche anche il cosiddetto “tradizionalista”, attento ai confort, alla buona cucina e quasi sempre pronto a non badare a spese. Tra le ultime tendenze abbiamo ancora i viaggi “verdi”, dove la protagonista indiscussa è la natura e le sue meraviglie. Accanto a questa tipologia di vacanza è possibile far rientrare anche tutti quei soggiorni orientati alla ricerca di spazi di relax, facciamo riferimento ai pacchetti che prevedono i cosiddetti circuiti del benessere, molto quotati soprattutto tra le donne, anche talvolta solo sotto forma di weekend. E per i viaggiatori dell’ultimo minuto? Talvolta qui non si tratta di una scelta ma di una necessità. Vacanze intelligenti sì, ma abbandoniamoci alla creatività, a quel che ci suggerisce soprattutto chi ci conosce meglio e può intuire cosa può davvero farci rilassare e provare emozioni da “album”.

mercoledì 13 giugno 2007

TI RACCONTO IL MIO OSPEDALE
"Ti racconto il mio ospedale. Esprimere e comprendere il vissuto della malattia" di Federico Bianchi di Castelbianco, Michele Capurso e Magda Di Renzo (Edizioni Magi 2007).

Cosa vive un bambino in ospedale? Quali sono le sue paure? Queste le domande a cui cerca di rispondere questo libro che riporta i dati di una ricerca “sul campo”, che dà voce ai piccoli ricoverati. Ai bambini è stato chiesto di partecipare a un concorso in cui potevano esprimere con disegni, poesie o temi il loro modo di vivere la malattia e l’ospedalizzazione. Grazie a 50 collaboratori dell’AGESO (Associazione Gioco e Studio in Ospedale) sono stati contattati, in vari ospedali, 379 bambini che hanno inviato i loro elaborati alla Casa Editrice. Dai loro lavori e dalla riflessione degli autori, nasce questo libro che è una testimonianza preziosa sui vissuti dei bambini in ospedale. Si rivolge agli esperti, agli educatori, ai pedagogisti, ai pediatri, agli psicologi dell’età evolutiva, ma anche ai genitori dei bambini che vivono l’esperienza della malattia e del ricovero.Ti racconto il mio ospedale vuole però dare anche indicazioni su cosa fare per migliorare la vita in corsia e aiutarci a non lasciare i bambini da soli. Emerge con chiarezza che quando il bambino ha l’opportunità di esprimersi e, soprattutto, incontra degli adulti disposti ad ascoltarlo, riesce a far fronte alle emozioni penose collegate alla malattia, che diventa un’occasione di crescita, nella misura in cui lo porta ad avere meno paura del suo mondo interiore.

Autori del libro:

Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo, psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore e responsabile del Servizio di Diagnosi e Valutazione dell’Istituto di Ortofonologia, Roma.

Michele Capurso, laureato in Pedagogia, ricercatore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia.

Coordina le attività formative per l’Associazione «Gioco e Studio in Ospedale» di Genova.Magda Di Renzo, laureata in Filosofia e in Psicologia, analista junghiana, membro del CIPA(Centro Italiano di Psicologia Analitica) e dello IAAP (International Association for Analytical Psychology). Responsabile del Servizio di Psicoterapia dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Istituto di Ortofonologia di Roma.

E ora, la parola a una piccola ricoverata, Francesca, che scrive:

"La mia malattia è come una magia…Forse solo un mago me la può portar via:è una febbre molto noiosache rende la giornata fastidiosa.Ma la mia pelle accaldata e il mal di testanon mi impediscono di far festa:col mio coraggio e il mio desiderionessun malanno fa di me sul serio!Anche in ospedale il sogno mi fa compagniae io vedo una spiaggia dipinta d’allegria, dove mi reco insieme ai miei cariper rendere dolci i momenti più amari".