giovedì 31 maggio 2007

A ME LE MANI
Uno studio britannico sostiene la possibilità di svelare le attitudini future dei bambini attraverso la misurazione delle dita.

Mostrami le mani e ti dirò che cosa farai. È quel che promette uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Bath, in Gran Bretagna, che mette in relazione la lunghezza di due dita, l’indice l’anulare, con lo sviluppo di particolari capacità. In un articolo pubblicato sul British Journal of Psychology, i ricercatori britannici sostengono la possibilità, a partire dalla osservazione delle mani, di svelare anticipatamente le attitudini dei più piccoli. Secondo Mark Brosnan, direttore del dipartimento di Psicologia, un indice lungo preannuncerebbe buoni risultati nelle materie letterarie mentre un anulare lungo buone performance in matematica. La ragione di ciò dipenderebbe dai valori ormonali - testosterone ed estrogeni – ai quali si è esposti durante lo sviluppo uterino. Il testosterone avrebbe un ruolo nella promozione dello sviluppo di aree del cervello legate alle capacità spaziali e matematiche mentre gli estrogeni avrebbero influenza sulle aree cerebrali associate alle abilità verbali. Questi stessi ormoni, poi, avrebbero un ruolo determinate anche per quanto riguarda la lunghezza delle dita indice e anulare.

martedì 8 maggio 2007

DATI STATISTICI SULL'USO DI INTERNET TRA I GIOVANI

L'Internet Generation è un fenomeno dilagante. Ecco alcuni dati:
In occasione del Safer Internet Day che si è svolto il 6 febbraio 2007, la giornata che la Ue dedica ad un uso senza rischi di internet, Save the Children - la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dei bambini - ha presentato, a Roma, una recente indagine condotta dalla Doxa su "Opportunità e rischi legati all'uso di nuove tecnologie da parte dei giovani", per sollecitare le Istituzioni e l'Industria telematica a muoversi in una direzione che garantisca un utilizzo sicuro e consapevole della rete da parte dei più giovani.La ricerca, per la prima volta, chiede a ragazzi (dai 10 ai17 anni le età del campione preso in considerazione), ma anche ai loro genitori, quali problemi o pericoli e quali opportunità vedano nell'uso di internet e dei cellulari, visto che è ormai un dato accertato che bambini ed adolescenti facciano un gran uso di Internet ma anche del cellulare.I giovani utenti sono attratti dalle nuove tecnologie, come risulta dall'indagine (quasi il 70% degli intervistati usa Internet e il 76% possiede un cellulare), ma, nel contempo, ne intuiscono i pericoli legati alla pedopornografia, al cyber – bullismo (un fenomeno molto diffuso, che s'innesca tramite l'invio di e-mail o sms minacciosi, oppure con la pubblicazione di commenti offensivi, denigratori o di foto personali all'interno di comunità virtuali).Pericoli che, i più piccoli soprattutto, come emerge dalla ricerca , non si sentono in grado di fronteggiare da soli: il 40% dei giovani utenti di Internet esclude di poter far fronte a tutti i rischi che si presentino durante la "navigazione", senza l'aiuto di qualcuno. Famiglia, scuola, istituzioni rientrano tra i soggetti indicati dai ragazzi cui chiedere adeguate informazioni e supporto per diventare utenti sicuri e consapevoli.D'altra parte, anche madri e padri domandano a gran voce di saperne di più sui possibili problemi derivanti dalle nuove tecnologie e si aspettano dai mass-media - ma anche dalla scuola e dalle istituzioni - un'informazione puntuale ed accurata per essere supportati nel difficile compito di accompagnare i figli nell'uso sicuro e responsabile di Internet e del cellulare; pure se, sempre secondo la ricerca, sembrano ignorare alcuni dei potenziali pericoli menzionati dai ragazzi, come il bullismo dei coetanei. Se da una parte, quindi, Internet e l'uso della rete viene visto in maniera positiva sia dai genitori sia dai ragazzi quale mezzo per ricercare informazioni utili allo studio, dall'altra c’è la consapevolezza degli aspetti negativi associati alla rete (adescamento, pubblicità ingannevole, videogiochi violenti e diseducativi, uso eccessivo di Internet, scorrette informazioni, visione di siti pornografici).Infine, dai dati Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro nel corso della Sesta Edizione del Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Novembre 2005), emerge che i genitori italiani non hanno ancora una sufficiente consapevolezza sui rischi della navigazione dei propri figli; ciò soprattutto perchè la disponibilità degli adulti a dialogare con i ragazzi circa il loro navigare in Internet è molto precaria in quanto il 40% dei ragazzi non racconta mai ai genitori cosa vede o con chi parla in Internet e il 20% lo fa raramente. La scuola al riguardo è drammaticamente assente: solo il 4% dei ragazzi parla con gli insegnanti (qualche volta) di ciò che fa in Internet.