martedì 28 novembre 2006

IL MOBBING
Adriana Pavin, collaboratrice della rivista “Riza Psicosomatica” (http://www.riza.it/ ), intervistando la prof.ssa Silvia Ferri, psicologa del “Gruppo di Ricerca sul mobbing” riconosciuto dal Ministero dell’Università, definisce il mobbing come “un fenomeno che avvelena il lavoro”.Le molestie sul posto di lavoro sono sempre più frequenti. Molti i motivi: complessi di autoritarismo o strategie aziendali per forzare il dipendente sgradito a licenziarsi.Quando diventa una "tortura" il lavoro perde il suo senso. Gravi le conse guenze per la salute.

Foto di pecus

Uno dei più grandi problemi odierni che affligge il mondo del lavoro è il mobbing, fenomeno che giorno dopo giorno cambia la vita lavorativa del soggetto-vittima, il quale subisce continue vessazioni psicologiche. Ma cos’è il mobbing? Il termine (dall’inglese “to mob”: affollarsi intorno a qualcosa o qualcuno) indica l’attacco ripetitivo compiuto ai danni di una persona con l’intento di isolarlo, o “vittimizzazione” di una persona attraverso molestie non sessuali sul luogo di lavoro. E’ un fenomeno incivile nella nostra cultura, una vera guerra dei nervi che coinvolge aspetti psico-sociali, etici, economici, politici e legali. Possiamo distinguere dei ruoli ben precisi all’interno di questa dinamica: Il mobbizzato è la persona oggetto di mobbing che sente il peso insostenibile della propria inutilità lavorativa. A volte è attaccato apertamente, in modo verbale o fisico, ma ci sono anche atti subdoli. Il danno più grave si riscontra nell’influenza che i sintomi esercitano sul ruolo sociale delle persone, causando peggioramento dei rapporti familiari, di coppia, di amicizia. Sintomi fisici sono insonnia, stati d’ansia, irrequietezza motoria, irritabilità, labilità emotiva, somatizzazioni gastro-intestinali e cardiache. Il mobber è colui che attua vessazioni ed assume comportamenti persecutori. Può avere motivazioni personali o sociali e cerca un capro espiatorio per risolvere i propri conflitti, latenti o manifesti. In genere è una persona egocentrica, fondamentalmente insicura, alla continua ricerca di conferme, persona intelligente e razionale che non ama confrontarsi con opinioni discordanti dalle proprie. Intorno stanno tutte le persone-complici attivi (schierandosi dalla parte del mobber) o passivi(non agendo in alcun modo). In ogni contesto socio-organizzativo tali accadimenti possono essere letti come sintomi di un’organizzazione aziendale malata. Si calcola che in Italia vi siano almeno 1,5 milioni di mobbizzati. Sembra che il genere femminile sia quello più soventemente implicato, sia nella veste di mobber sia in quello di mobbizzato. Ciò perché le donne mostrano spesso un eccesso di coinvolgimento emotivo che può sfociare tanto in momenti di forte coesione quanto in manifestazioni competitive.

Le molestie sul posto di lavoro sono sempre più frequenti. E' importante parlarne affinchè si contrasti quel subdolo e mascherato autoritarismo dietro cui si nascondono molti dirigenti o anche colleghi di lavoro. Spesso, infatti, il clima di un'azienda e il tipo di cultura rappresentano condizioni che favoriscono questo abuso di potere. In questo modo tale modalità di agire, certamente ingiusta, entra a far parte della vita quotidiana. Ciò che è peggio è che tali comportamenti non sono facilmente riconoscibili e ancor meno affrontabili; finiscono così per rendere malato l'ambiente di lavoro. Uno psicologo del lavoro in tali situazioni può contrastare tale fenomeno attraverso varie attività mirate alla mediazione delle parti in causa.

Per ulteriori informazioni consiglio i seguenti indirizzi:

http://www.uil.it/mobbing/Default.htm

http://www.cgil.it/saluteesicurezza/il_mobbing.htm

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