giovedì 22 marzo 2007

PERCEPIAMO IL TEMPO GRAZIE AD OROLOGI INTERNI AL NOSTRO CERVELLO La percezione del tempo da parte del nostro cervello corrisponde alla velocità dei fenomeni che i nostri occhi osservano. Una scoperta fatta da ricercatori dell’Università di Firenze, Milano e Pisa dimostra come la percezione del tempo da parte dell’uomo dipenda da orologi interni regolati dagli stimoli del cervello.
Foto by Fabulous
Questa sensazione sembra sia legata al fatto che nel nostro cervello non c’è un solo orologio, ma tanti orologi, alcuni lenti ed altri veloci che ci danno il senso dello scorre del tempo. I ricercatori David Burr del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, Maria Concetta Morrone dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Arianna Tozzi dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa che hanno, infatti, dimostrato che la percezione del tempo da parte del cervello dell’uomo dipende anche da dove guardiamo, come se avessimo tanti orologi regolati a ritmi diversi a seconda degli stimoli visivi. Il nostro cervello divide il mondo esterno in tanti fusi orari diversi: la ricerca dimostra, infatti, che la durata degli stimoli visivi è cronometrata da orologi indipendenti che si occupano ognuno di un singolo stimolo e di una specifica zona dello spazio. La ricerca suggerisce, inoltre, che a livello di distribuzione dei compiti tra le differenti aree del cervello, il senso dello scorrere del tempo sia frutto di un meccanismo diffuso in tutta la corteccia sensoriale e non in una singola area. Tanti orologi diversi, tarati su “fusi differenti”, che possono dilatare o comprimere la misura del tempo secondo le proprie necessità. Una visione apparentemente caotica, ma a volte utile. Si pensi, per esempio, a procedure che il nostro cervello ha automatizzato, come guidare una macchina nel traffico: si riesce a farlo mentre si è concentrati su tutt’altri pensieri. Gli orologi sensoriali misurano e valutano durate e coincidenze di stimoli visivi ed acustici (semafori, macchine, pedoni, clacson, frenate e sirene) mentre altri monitorano lo scorrere lento dei nostri pensieri.

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