giovedì 29 marzo 2007

L'amore secondo la scienza

L’amore è un sentimento misterioso e lo rimane nonostante le neuroscienze tentino di svelarne i meccanismi più intimi. Nel frattempo l’amore è diventato argomento meno femminile e più passibile di analisi culturali e intellettuali. Ne è prova il bel saggio di Fabio Bacchini e Chiara Lalli ‘Che cos’è l’amor’ edito da Baldini Castoldi Dalai in cui diciannove intellettuali provano a rispondere sulla natura dell’amore. Sono filosofi, psichiatri, antropologi psicologi evoluzionisti e un economisti e ognuno propone la sua ‘interpretazione’ sulla verità dell’amore, in una indagine rigorosa, scientifica di quello che è un sentimento che nasce con l’uomo ma molto recente nel modo che abbiamo di pensarlo oggi.
Sono quindi gli scienziati a rispondere alla domanda ‘che cos’è l’amore’, domanda alla quale tutti pensiamo di saper dare una risposta sensata sino al momento in cui non ci tocca rispondere davvero. Come spiega la straordinaria Margherita Hack che firma la prefazione, le opinioni ‘scientifiche’ sull’amore sono quasi sconosciute.
Il neuroscienziato cognitivista Steven Pinker, nel suo saggio, spiega che trovare il partner ideale tra i sei miliardi di individui che popolano il pianeta è impossibile e che quindi ci accontentiamo della persona migliore incontrata.
La psicologa evoluzionista Catherine Salmon ritiene insieme ai suoi colleghi che l’amore romantico così come lo conosciamo non sia altro che un processo biologico messo a punto durante l’evoluzione per facilitare l’unione tra partner sessuali adulti. Riduttivo? Non proprio. Un paio di psicologi si cimentano nello spiegare il senso di proprietà sessuale maschile che sfocia nella gelosia e nel delitto passionale; l’antropologo William Jankowiak esamina le differenze tra desiderio sessuale e amore passionale, una differenza sottile ma decisiva e osserva che nessuna cultura è mai riuscita a conciliare amore e sesso in modo completo e soddisfacente. Mentre altri studiosi analizzano l’aspetto di come l’amore abbia il potere di infrangere le norme sociali e quindi di entrare in conflitto con le convenzioni della società.
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