sabato 31 marzo 2007

DISTINZIONE GENETICA TRA AUTISMO EREDITARIO ED AUTISMO SPORADICO
L’autismo è ritenuto il disturbo neuropsichiatrico con una maggiore componente di ereditarietà. Uno studio, coordinato da Ricercatori di Cold Spring Harbor Laboratory ( CSHL ), ha trovato differenze tra la forma ereditabile dell’autismo e quella sporadica.

Foto by Flickr

Molti bambini con autismo presentano mutazioni spontanee nel loro DNA. Questo avviene più spesso nei casi sporadici che nei casi familiari o nei bambini sani. I Ricercatori hanno infatti scoperto che almeno il 10% dei bambini con autismo portano un’alterazione nel loro DNA che non è presente nei loro genitori ed in una percentuale molto più alta di quella osservata nei bambini sani. Fino ad oggi, la maggior parte degli studi di genetica sull’autismo hanno incentrato l’attenzione sulle famiglie con bambini autistici multipli. L’autismo sporadico, geneticamente distinto dal tipo ereditario, è la più comune forma di malattia. I Ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory, utilizzando una tecnologia ad alta risoluzione hanno compiuto una scansione dei genomi di 264 famiglie: 118 famiglie con un solo bambino a cui è stato diagnosticato l’autismo ( famiglia singola ), 47 famiglie con più bambini affetti da autismo ( famiglia multipla ) e 99 famiglie di controllo con nessun caso di autismo. I Ricercatori hanno riscontrato 17 variazioni numeriche di copia de novo in 16 individui, 14 dei quali con autismo. La probabilità di presentazione delle mutazioni nei pazienti che facevano parte del gruppo famiglia singola era 10 volte più elevata rispetto alle famiglie di controllo, e 5 volte nei pazienti del gruppo famiglia multipla. Questo dato fornisce elementi a sostegno della distinzione tra i casi familiari ed i casi sporadici di autismo.

Per ulteriori informazioni:

http://www.pediatriaononline.net/

http://www.medicinanews.it/

venerdì 30 marzo 2007

STUDIO USA: AUMENTA L’AUTOLESIONISMO TRA GLI ADOLESCENTI
Il numero di adolescenti autolesionisti che si procurano tagli o bruciature sta aumentando. Secondo quanto stabilito da una nuova ricerca fatta negli Stati Uniti, questo genere di comportamento non è necessariamente un sintomo legato a volontà suicide.

Foto by Flickr

David Klonsky, un ricercatore che ha passato cinque anni a studiare il motivo per cui la gente si infligge ferite e lesioni, ha detto che dallo studio risulta che oggi negli Usa un adolescente su sei tiene comportamenti autolesionisti e li utilizza per riuscire ad affrontare emozioni particolari, stati depressivi o di ansia. Laura McIntyre, una studentessa di New York è una di questi. Aveva circa 15 anni quando ha cominciato a utilizzare lame di rasoio per tagliarsi le braccia dopo che suo fratello era finito in prigione e suo padre era partito per andare a combattere in Iraq con l'esercito Usa. La ragazza dice che il dolore le serviva per superare l'angoscia. "Ho scoperto che mi distraeva dal trauma emotivo. Non avevo manie di suicidio ma ero depressa", ha detto McIntyre che oggi ha 20 anni. "All'inizio riuscivo a nascondere i tagli portando maniche lunghe. Tagliarmi era l'unica cosa che volevo fare", ha aggiunto. Con l'aiuto di un terapista, McIntyre è riuscita ad abbandonare i comportamenti autolesionisti circa due anni fa. Attraverso la sua ricerca, Klonsky, professore di psicologia alla Stony Brook University ha stabilito che l'autolesionismo è legato alla depressione e non al suicidio. Lo studioso, la cui ricerca sarà pubblicata nel numero di questo mese della rivista specializzata Clinical Psychology Review, ha detto che il numero di persone che si procurano lesioni sta aumentando anche a causa della pubblicità di cui gode oggi questo tipo di comportamento. "Riferimenti all' autolesionismo si trovano nei testi di canzoni e molti attori e musicisti parlano apertamente della loro esperienza di autolesionismo", ha detto Klonsky, aggiungendo: "La maggior parte degli adolescenti oggi ne sente parlare e alcuni decidono di provarlo".

giovedì 29 marzo 2007

Come si possono cambiare atteggiamenti e opinioni

Brown (Social psychology, 1965, Free Press) ha ipotizzato che ogni individuo desidera che le proprie opinioni e il proprio comportamento siano coerenti; se scopre elementi contrastanti, opera in modo da ridurre tali elementi, modificando le opinioni o il proprio comportamento ("Teoria della Coerenza").
Per cambiare atteggiamento e opinione l'individuo valuta la comunicazione che riceve dando valore non solo alle argomentazioni, ma anche alla credibilità della fonte e alle emozioni che la comunicazione gli suscita. Valuta la coerenza con l'atteggiamento e l'opinione nei riguardi del soggetto che gli invia la comunicazione e permane nella modificata opinione se non percepisce dissonanze cognitive nella fase successiva quando si trova a giustificare questo mutamento a se stesso. Le emozioni suscitate dalla comunicazione hanno grande importanza ed efficacia nella persuasione, non solo se sono positive, come la gioia, ma anche se sono negative, come la paura. L'appello alla paura è in effetti molto usato nella comunicazione di massa, in materia sanitaria (per esempio nelle campagne di prevenzione), nelle prediche religiose e nelle campagne politiche. Per far cambiare un atteggiamento o un opinione bisogna perciò prima creare un atteggiamento positivo nei propri confronti, di simpatia o almeno di coerenza. Bisogna poi creare un sentimento di stima e di autorevolezza esprimendo le opinioni in modo chiaro senza creare eccessive dissonanze con la visione del problema dell'interlocutore. Si deve saper fare appello, quando necessario, a delle emozioni, per incidere più profondamente nell'atteggiamento inconscio.

Sognamo quello che leggiamo

Quello che leggiamo sui libri preferiti ritorna la notte sottoforma di sogni.Il genere di lettura preferito influisce su tipologia e qualità dei sogni. Lo rivela uno studio dei ricercatori dell'Università del Galles a Swansea, condotto su 10mila appassionati lettori, grandi e piccini. Più incubi notturni per gli appassionati lettori di Stephen King. Chi ama invece la narrativa tende, più degli altri, a fare sogni strani.
Gli studiosi hanno indagato sul tipo di libro che occupa abitualmente il comodino di ciascun intervistato, e hanno poi esaminato al microscopio il loro mondo onirico. Scoprendo così che chi ama la narrativa fa i sogni più singolari e li ricorda più spesso.Quelli che amano il genere fantasy sono più propensi ad avere incubi e sogni lucidi, in cui sono consapevoli del fatto che stanno sognando. Chi preferisce le storie romantiche, inoltre, sogna in modo altrettanto zuccheroso e prova emozioni intense. Occhio, invece, ai libri di paura, specie nel caso di baby-lettori. ''Abbiamo verificato -spiega spiega Mark Blagrove, che ha coordinato lo studio battezzato Dream Lab, laboratorio dei sogni - che i libri del genere influenzano i bambini: tanto che chi li legge è tre volte più a rischio incubi rispetto ai coetanei con altri gusti''. Niente paura perché, in generale, il numero degli incubi tende a ridursi con l'età.

L'amore secondo la scienza

L’amore è un sentimento misterioso e lo rimane nonostante le neuroscienze tentino di svelarne i meccanismi più intimi. Nel frattempo l’amore è diventato argomento meno femminile e più passibile di analisi culturali e intellettuali. Ne è prova il bel saggio di Fabio Bacchini e Chiara Lalli ‘Che cos’è l’amor’ edito da Baldini Castoldi Dalai in cui diciannove intellettuali provano a rispondere sulla natura dell’amore. Sono filosofi, psichiatri, antropologi psicologi evoluzionisti e un economisti e ognuno propone la sua ‘interpretazione’ sulla verità dell’amore, in una indagine rigorosa, scientifica di quello che è un sentimento che nasce con l’uomo ma molto recente nel modo che abbiamo di pensarlo oggi.
Sono quindi gli scienziati a rispondere alla domanda ‘che cos’è l’amore’, domanda alla quale tutti pensiamo di saper dare una risposta sensata sino al momento in cui non ci tocca rispondere davvero. Come spiega la straordinaria Margherita Hack che firma la prefazione, le opinioni ‘scientifiche’ sull’amore sono quasi sconosciute.
Il neuroscienziato cognitivista Steven Pinker, nel suo saggio, spiega che trovare il partner ideale tra i sei miliardi di individui che popolano il pianeta è impossibile e che quindi ci accontentiamo della persona migliore incontrata.
La psicologa evoluzionista Catherine Salmon ritiene insieme ai suoi colleghi che l’amore romantico così come lo conosciamo non sia altro che un processo biologico messo a punto durante l’evoluzione per facilitare l’unione tra partner sessuali adulti. Riduttivo? Non proprio. Un paio di psicologi si cimentano nello spiegare il senso di proprietà sessuale maschile che sfocia nella gelosia e nel delitto passionale; l’antropologo William Jankowiak esamina le differenze tra desiderio sessuale e amore passionale, una differenza sottile ma decisiva e osserva che nessuna cultura è mai riuscita a conciliare amore e sesso in modo completo e soddisfacente. Mentre altri studiosi analizzano l’aspetto di come l’amore abbia il potere di infrangere le norme sociali e quindi di entrare in conflitto con le convenzioni della società.
Per avere maggiori informazioni sul libro digita qui

lunedì 26 marzo 2007

SEDUTTORI ATTEMPATI
Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore, sul settimanale Io Donna affronta il tema di coloro che hanno settant’anni e cercano di dimostrarne venti o trenta. Soprattutto ostentando conquiste sessuali. Ma ciò è solo un meccanismo di difesa.

Foto by Lorenz L Si vedono sempre più spesso uomini attorno ai settant’anni , e anche di più, accompagnati da ragazze ventenni. Loro stessi si vestono come ventenni, praticano sport intensamente, parlano come i loro nipoti anche se cercano di nascondere il più possibile l’essere nonni: sono persone colpite da giovanilismo. Sono giovaniliste quelle persone che, pur non essendo giovani dal punto di vista anagrafico, vogliono comunque appartenere alla categoria. In genere succede nella fase di passaggio tra l’età adulta e l’età anziana, che per convenzione è fissata a 65 anni. Un’età delicata. C’è una specie di fobia generale per la parola “vecchio”, per esempio, sempre più spesso sostituita da parole come senior e simili. Anche la Società Internazionale di Geriatria , riconoscendo il problema, ha da poco suddiviso la vecchiaia in tre fasce: young old, i giovani anziani, cioè quelli tra i 65 e i 75 anni; medium old, tra i 75 e gli 85 anni; old old, i maggiori di 85 anni. Questa suddivisione attenua la fase di passaggio: non si diventa subito vecchi. Ma ha anche qualche aspetto pratico: negli Stati Uniti, per esempio, gli young old si lamentavano di essere ricoverati negli stessi reparti ospedalieri dei novantenni. Inoltre le aspettative di vita sono molto aumentate nell’ultimo mezzo secolo, e anche per questo molti medici propongono di spostare l’inizio della vecchiaia a 70 anni. Le resistenze psicologiche all’invecchiamento sono infinite e anche il giovanilismo è un meccanismo di difesa. C’è chi fa palestra, chi mette in mostra il corpo, chi si veste con abiti da adolescenti, chi ricorre alla chirurgia estetica. Ma soprattutto i giovanilisti ostentano le proprie capacità sessuali. Uno dei segnali d’ingresso nella fase anziana è quello di non riuscire più a rispondere agli stimoli della sessualità. Per “dimenticare” il problema non solo si ricorre a farmaci tipo Viagra, ma si ostenta un’attenzione forzata all’altro sesso: battute, sbirciate, inviti a donne molto più giovani e appariscenti per dimostrare le proprie capacità di conquista. Il sesso diventa una specie di fissazione, l’unica chiave di interpretazione della realtà, anche se spesso ciò non è palesemente visibile. Queste persone non riconoscono alla vecchiaia alcun significato. Non capiscono che sono belle anche alcune “cose da vecchi”, che si può sedurre anche da anziani ; non si è seduttivi solo quando si è giovani. Ogni età è degna di essere vissuta con tutte le caratteristiche tipiche. Un uomo, o anche una donna, di 70 anni ed oltre dovrebbe chiedersi qual è il suo ruolo e trovare gratificazioni non legate soltanto al corpo.

E’ NATO IL PORTALE DI I FORMAZIONE MULTIMEDIALE DELL’AGENZIA STAMPA "DIRE", DEDICATO AI RAGAZZI
E' on-line, dal 22 marzo, http://www.diregiovani.it/, il portale di informazione multimediale dell'agenzia di stampa "Dire" dedicato ai ragazzi. Con blog, post, web tv, videoproduzioni, notizie dalla redazione multimedia della "Dire" e servizi (scritti, video, audio) realizzati dai giovani stessi e dagli utenti del portale, il sito internet vuole essere un punto di riferimento per i ragazzi, uno spazio dove potersi esprimere, soddisfare le proprie curiosita', avanzare proposte e porre domande sui loro problemi. E ancora: un tg interattivo, rubriche, tanti link, immagini, curiosita' e notizie. Ma, appunto, anche la possibilita' di contribuire al sito attraverso propri reportage, foto e messaggi. Per dare risposte ai ragazzi, esperti e istituzioni si sono alleati: hanno infatti deciso di lavorare insieme gli assessorati alle Politiche giovanili e quello alla Famiglia del Comune di Roma, il servizio di psicologia dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, la Societa' italiana di medicina dell'adolescenza e l'Istituto italiano di medicina sociale. Le risposte ai ragazzi (verra' garantito loro l'anonimato, e potranno inviare le domande alla rubrica 'Chiedilo all'esperto') arriveranno da psicologi, adolescentologi e altri esperti. Gli argomenti saranno i piu' svariati: stili di vita, dipendenze, famiglia, sessualita', spazi urbani, scuola, rapporto con il proprio corpo e la propria immagine.

CONVEGNO SULLA CONDIZIONE ANZIANA Il 28 marzo 2007 a Bologna, il Centro Maderna – documentazione, formazione e ricerca sulla condizione anziana- organizza un convegno sul tema della memoria per il benessere dell’anziano. Ricordo quindi sono.

Foto by torakiki
Il convegno rappresenta l'occasione per far conoscere e condividere con altri i risultati della collaborazione tra il Quartiere Savena ed il Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Bologna, in corso da anni, in merito alla realizzazione dei corsi di allenamento della memoria e della verifica della loro utilità ed efficacia, non solo sulla memoria, ma sul benessere globale dei partecipanti. I problemi legati alla memoria rappresentano una delle lamentele, ma anche una delle preoccupazioni, più frequenti per le persone della terza età. Queste preoccupazioni possono anche essere fonte di malessere e disagio accompagnate da pregiudizi e convinzioni errate circa il processo d'invecchiamento in generale e quello inerente la memoria in particolare. L'allenamento della memoria permette di offrire ai partecipanti gli strumenti e le strategie più efficaci per utilizzare nel modo migliore le capacità possedute, per affrontare adeguatamente problematicità quotidiane legate alla memoria e per fornire un contesto di confronto e di socializzazione con gruppi di pari che favorisce il benessere dell'anziano.

Luogo Evento: Centro RubbiBolognaEmilia RomagnaItalia

Ente Organizzatore: Centro di Documentazione Emilio ed Isa Rubbivia Altura, 9/6 – 9/740100BolognaEmilia RomagnaItaliaTelefono: 051 454224 Fax: 051 6278356

email: "info@centrorubbi.it"

sito: http://www.centrorubbi.it/

venerdì 23 marzo 2007

Come crescere insieme nel rapporto di coppia

I suggerimenti che seguono sono regole di buon senso, che costituiscono solo la base per avviare un processo di reciproca e profonda conoscenza, che se da un lato è un ottimo rimedio per non correre il rischio di ritrovarsi a vivere un rapporto di coppia come estranei, dall’altro sembra il miglior antidoto per prevenire i mali causati dalla routine, dalla noia, dall’apatia, fondamentale anche per promuovere una buona comunicazione interpersonale all’insegna del rispetto reciproco, della fiducia, della felicità e del benessere della coppia.

Dare spazio all’amore: trovare sempre nell’arco della giornata il tempo e il modo per dire al proprio partner “ti amo”. Può sembrare banale, ma è importantissimo farlo, ovviamente a condizione di sentirlo. Qualsiasi modo va bene (non ci sono limiti alla fantasia): può bastare un fiore, una carezza, un pensiero gentile, una telefonata, una sorpresa o piccole attenzioni, che faranno capire alla persona che amate quanto è importante per voi. Dopotutto è il pensiero che conta! Essere coerenti: l’amore va soprattutto dimostrato e non solo dichiarato. Comportarsi in maniera coerente rispetto al punto precedente è una strategia salva rapporto di importanza cruciale se si vuole evitare di creare contraddizioni tra quello che viene detto a parole e ciò che viene comunicato con i fatti e le azioni quotidiane. Attenzione, dire al proprio partner “ti amo” e poi non essere presenti nei momenti importanti e nelle decisioni che contano nella vita di coppia, equivale a mentire spudoratamente. Può essere utile a questo punto ricordare il primo assioma della comunicazione che afferma…“Non si può non comunicare e tutto comunica… ogni comportamento è comunicazione e la comunicazione è comportamento”. Comunicare in maniera aperta e leale: in situazioni di divergenza di opinioni, di contrasto e/o di conflitto, è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro senza alcun pregiudizio, e soprattutto con la piena consapevolezza che l’apparente vittoria dell’uno sull’altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi. Se possibile, non lasciar trascorrere più di 24 ore dall’eventuale litigio per cercare di risolvere il problema o di superare al più presto la situazione conflittuale. E’ bene tener presente, inoltre, che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell’altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade per mancanza di intelligenza sociale, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato da violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l’altro. Pertanto, quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto è importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito. Riconoscere i propri errori: sembra facile, ma non è da tutti riuscire a farlo perché riconoscere di aver sbagliato richiede umiltà, coraggio e soprattutto intelligenza sociale ed emotiva. Un comportamento socialmente competente ed emotivamente intelligente prevede una strategia infallibile in tre punti: a) riconoscere i propri errori senza mezzi termini; b) scusarsi sinceramente per l’accaduto; c) impegnarsi a non ripetere l’errore commesso. Le coppie che hanno fatto proprio questo fondamentale principio di comunicazione interpersonale, hanno vita lunga, quelle che invece prediligono giochi pericolosi come “la caccia alle streghe”, “nascondersi dietro un dito” e “il gioco al massacro (è tutta colpa tua se…)” hanno i giorni contati, insieme alla certezza di soffrire. Imparare a perdonare: l’amore è anche e forse soprattutto capacità di perdonare. Il perdono è un atto d’amore che appartiene alle persone generose di cuore. Chi non sa perdonare, non può dire di saper veramente amare. Ci sono situazioni in cui il perdono, di per sé difficile da concedere, rappresenta l’unica via d’uscita, da pagare a volte a caro prezzo, ma è un investimento pur sempre conveniente se si tratta di vero amore. In caso contrario, negato il perdono, ci si troverà sicuramente pieni di orgoglio, ma allo stesso tempo più vuoti dentro nell’attesa di potersi “leccare” la propria ferita narcisistica. Rinunciare alla perfezione: ricordarsi che nessuno è perfetto è una regola d’oro spesso dimenticata che, se puntualmente osservata, può evitare inutili tensioni, ansia da prestazione e stress nella coppia. Se non accettiamo i limiti del nostro partner o non tolleriamo i suoi difetti e le sue imperfezioni, con molta probabilità non lo amiamo abbastanza o forse abbiamo (e il ché è ancora più grave) una visione distorta e infantile dell’amore. Questo potrà generare anche aspri conflitti nella relazione, ma a quel punto conviene interrogarsi sulle ragioni di fondo della propria scelta e darsi delle risposte coerenti. Insomma, pretendere la perfezione nel rapporto di coppia o dal proprio partner equivale a chiedere a un cavallo di volare…non sarà mai capace di farlo! Bisognerebbe, invece, imparare ad accettare i propri limiti e quelli altrui e saper essere soprattutto tolleranti per quello che non ci piace in noi o nella persona con la quale si è deciso di condividere un progetto di vita. Non è sicuramente facile, ma è prova di grande maturità e di buon equilibrio interiore. Far prevalere il “senso del noi”: sembra banale dirlo, ma la coppia è composta da due persone con bisogni, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi; e fino a quando nella coppia prevarranno interessi personali e forme di egoismo, comunque espresse, non si andrà molto lontano sul difficile cammino della crescita emotiva, dell’amore e della felicità. Questo traguardo, che ogni coppia desidera raggiungere, è invece possibile se i partner sono entrambi capaci di creare da subito quel magico “senso del noi” che è un sentimento profondo, basato sulla condivisione di tutto ciò che crea e rinforza un legame affettivo, e che va alimentato costantemente nel tempo.

giovedì 22 marzo 2007

PERCEPIAMO IL TEMPO GRAZIE AD OROLOGI INTERNI AL NOSTRO CERVELLO La percezione del tempo da parte del nostro cervello corrisponde alla velocità dei fenomeni che i nostri occhi osservano. Una scoperta fatta da ricercatori dell’Università di Firenze, Milano e Pisa dimostra come la percezione del tempo da parte dell’uomo dipenda da orologi interni regolati dagli stimoli del cervello.
Foto by Fabulous
Questa sensazione sembra sia legata al fatto che nel nostro cervello non c’è un solo orologio, ma tanti orologi, alcuni lenti ed altri veloci che ci danno il senso dello scorre del tempo. I ricercatori David Burr del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, Maria Concetta Morrone dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Arianna Tozzi dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa che hanno, infatti, dimostrato che la percezione del tempo da parte del cervello dell’uomo dipende anche da dove guardiamo, come se avessimo tanti orologi regolati a ritmi diversi a seconda degli stimoli visivi. Il nostro cervello divide il mondo esterno in tanti fusi orari diversi: la ricerca dimostra, infatti, che la durata degli stimoli visivi è cronometrata da orologi indipendenti che si occupano ognuno di un singolo stimolo e di una specifica zona dello spazio. La ricerca suggerisce, inoltre, che a livello di distribuzione dei compiti tra le differenti aree del cervello, il senso dello scorrere del tempo sia frutto di un meccanismo diffuso in tutta la corteccia sensoriale e non in una singola area. Tanti orologi diversi, tarati su “fusi differenti”, che possono dilatare o comprimere la misura del tempo secondo le proprie necessità. Una visione apparentemente caotica, ma a volte utile. Si pensi, per esempio, a procedure che il nostro cervello ha automatizzato, come guidare una macchina nel traffico: si riesce a farlo mentre si è concentrati su tutt’altri pensieri. Gli orologi sensoriali misurano e valutano durate e coincidenze di stimoli visivi ed acustici (semafori, macchine, pedoni, clacson, frenate e sirene) mentre altri monitorano lo scorrere lento dei nostri pensieri.
MILANO: CONVEGNO ANNUALE PSICOLOGI
Convegno nazionale annuale psicologi, sabato 12 maggio dalle ore 9 alle ore 16 presso l'hotel Galles p.zza Lima 2, Milano.

Foto by PsicoCafè

Le continue ricerche in diversi campi delle scienze psicologiche e delle neuroscienze stanno cambiando repentinamente le conoscenze sul funzionamento sistemico umano, sia dal punto di vista psicofisiologico che sociale. La ricerca sulla comunicazione, sulla plasticità neurale e sulla specializzazione emisferica, nonché gli studi in neuropsicologia ed in psicologia emotocognitiva, stanno modificando i metodi di trattamento clinico della maggior parte dei sintomi e dei disturbi mentali. Lo psicologo non può essere escluso da questo movimento scientifico. I convegni nazionali rispondono quindi alla necessità di aggiornamento nella disciplina di psicologia attraverso la presentazione di innovazioni teoriche e tecniche inerenti gli strumenti clinici a disposizione dello psicologo. Nel corso del convegno annuale di Milano 2007 verrà presentato alla comunità scientifica degli psicologi un nuovo modello ad approccio relativista per la comprensione del funzionamento sistemico e nuove tecniche di intervento psicologico attraverso lo strumento sanitario del colloquio clinico. Le tecniche verranno presentate attraverso due tipi di trattamento: diretto ed indiretto.

Per ulteriori informazioni:

Centro di Psicologia Clinica e Studi di Psicologi Affiliati

/http://www.srmpsicologia.com

lunedì 19 marzo 2007

AUTISMO: FORMARE FA RIMA CON AIUTARE
A Roma un corso per le famiglie e un progetto di supporto psicologico finanziato dalla Regione Lazio. Lo ha voluto ed organizzato Autismo e Futuro http://xoomer.alice.it/autismoefuturo/index.html , cooperativa sociale fondata per fornire un supporto sia operativo che psicologico alle problematiche create da questa disabilità.
Foto by totisprz
Essere genitori di persone con autismo rende necessario di un ‘Aiuto’ valido per poterne capire e gestire al meglio i comportamenti, apprendendo sia le metodiche di terapia, sia le dinamiche che generano tali comportamenti.
Finanziato dalla Provincia di Roma, il progetto “Help!” sarà condotto dal dott. Noel Gibb, esperto di autismo, che ha lavorato con la National Autistic Society in Inghilterra ed è stato direttore di un College londinese per autistici. Il corso,inizierà il 26 marzo 2007 e si articolerà in dodici incontri di due ore ciascuno con cadenza settimanale. Obiettivo del corso è trasmettere le “tecniche comportamentali necessarie alle famiglie per affrontare le problematiche della vita quotidiana con i loro figli autistici”. Il dott. Gibb fornirà una serie di input pratici sulle strategie comportamentali da applicare o da evitare nei confronti della persona con autismo al fine di impostare un iter riabilitativo che consentirà conseguentemente di migliorare la qualità di vita dell’intera famiglia. “L’Autismo è una disabilità grave, che produce una condizione di stress elevato per le famiglie – dichiara il Colonnello Antonio Altomari, presidente di Autismo e Futuro. – L’attuale situazione di estrema carenza di servizi disponibili per le persone con autismo e la sostanziale assenza di indirizzo e di coordinamento tra le Istituzioni preposte alla erogazione di tali servizi è ulteriore causa di prostrazione per le famiglie. Per questo è nata la nostra onlus, e il progetto ‘Help!’ è soltanto uno degli interventi con cui ci proponiamo di aiutare, informare e formare le famiglie”. In collegamento con il corso sarà avviato anche il progetto “Autismo e Famiglie, finanziato dalla Regione Lazio, che prevede colloqui individuali e di gruppo con psicologi.
Per ulteriori informazioni consiglio i seguenti indirizzi:

venerdì 16 marzo 2007

IL DESTINO IN PSICOTERAPIA JUNGHIANA
Forlì - Sabato 17 marzo alle ore 18.00, presso il PianoMenoUno del Mega Claudio Widmann parlerà della sua opera Sul destino (Magi) con Oscar Laghi, psicoterapeuta junghiano.
Foto by ithil
Claudio Widmann, analista junghiano, vive e lavora a Ravenna. È Direttore dell'ICSAT (Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy) http://www.psicoterapia-torino.it/autogena_file/page0003.html e docente di discipline inerenti al simbolismo e all'immaginario presso Scuole di Specializzazione in Psicoterapia. È autore e curatore di saggi che trattano temi attinenti alla psicologia junghiana, tra cui, per i tipi delle Edizioni Magi http://www.magiedizioni.it/newmagi/ , sono stati pubblicati: Il viaggio come metafora dell'esistenza, Il simbolismo dei colori, La psicologia del colore, Le terapie immaginative e La simbologia del presepe.
L’incontro rappresenterà un momento di approfondimento su uno dei punti cruciali della storia dell’umanità che, fin dal principio della civiltà, si interroga sul proprio potere sugli accadimenti che lo circondano. «Nei momenti fatali della vita, davanti alle più inspiegabili ingiustizie dell'esistenza l'uomo si chiede da sempre "perché?". "Destino" è la risposta più antica a questa domanda, parola vuota ma densa, che riguarda la durata della vita, la natura della morte, la qualità degli eventi fortuiti e le caratteristiche soggettive dell'uomo. L'idea di destino incontra l'ostilità di chiunque rivendichi la volontà umana di autodeterminarsi e rigetti l'ipotesi di una vita determinata a priori. Esso è immaginato in un altrove che si estende al di là dell'uomo: tessuto dagli dèi o scritto nelle stelle, pianificato da anime già morte o ereditato prima ancora di nascere. La psicologia analitica individua nell'inconscio una categoria che è dentro l'uomo, ma è estranea alla sua conoscenza, che interviene nelle scelte dell'individuo ed è più potente delle sue intenzioni coscienti. Inconscio potrebbe essere un altro nome per indicare il destino. È depositario di un individuale Piano di Vita, che si realizza attraverso un intreccio di coincidenze apparentemente casuali, ma sensate e significative, che punteggiano la personalissima Via del Destino. L'io dell'individuo non ha il potere di annullare l'inconscio, ma ha la responsabilità di partecipare alla realizzazione della propria Via del Destino. La sua libertà è limitata, ma tanto determinante da poter scegliere, perfino, fra la possibilità di vivere per niente o di morire per qualcosa.»

giovedì 15 marzo 2007

LA TERAPIA DELL'ACQUA PER I BAMBINI AUTISTICI
Nasce a Foggia un progetto sperimentale nel campo della riabilitazione dei bambini autistici e con disturbi della comunicazione. L’attività, unica in Italia, nasce da una sperimentazione avviata da Maria Michela Gambatesa, logopedista che proprio per la sua tesi di laurea sperimentale ha discusso un caso di trattamento logopedico in acqua di un bambino con sindrome autistica.
Foto di Key of Life
L’idea della sperimentazione di un innovativo approccio logopedico in acqua è nata per superare le difficoltà relazionali, tipiche dei bambini con sindrome autistica, che non permettevano un intervento in un setting convenzionale.L’acqua viene utilizzata come elemento che rende più facile la relazione, come attivatore emozionale, sensoriale, motorio, capace di spingere il soggetto con disturbi della comunicazione e autismo a una significativa relazione utile poi per sviluppare uno specifico percorso terapeutico.
Il bambino autistico appare in acqua più disponibile, più attento, meno oppositivo. L’acqua permette inoltre di lavorare su alcuni dei prerequisiti fondamentali della comunicazione rinforzando le capacità percettive e quelle inerenti l’attenzione sia in termini quantitativi e qualitativi. Migliora inoltre l’attenzione visiva e uditiva rivolta dal bambino alle persone e agli oggetti.
Ora, a Foggia, Raffaella D’Andrea, logopedista, prosegue questa attività sperimentale insieme alla Gambatesa per l’associazione “Il Cireneo” (Onlus) http://www.autismile.it/autismo/index.php?page=colonna_centro.
Per chi fosse interessato segnalo l'innovativa attività svolta dal dott.Giovanni Ippolito, psicologo e tecnico di nuoto oltre che formatore per tecnici di nuoto per disabili, che sperimenta in acqua, insieme ad altri psicologi e docenti universitari, una particolare strategia di intervento definita TMA (terapia multisistemica in acqua).
Oggi a Foggia nella piscina A.S.D. Mirage Village (Via Tratturo Camporeale KM. 1.500, tel: 0881 650155), grazie all’Associazione “Il Cireneo”, si realizza in acqua, attraverso la TMA, un programma di intervento individualizzato finalizzato alla rieducazione funzionale di specifiche capacità relazionali, senso-motorie e comportamentali per bambini con sindrome autistica e con disturbi della comunicazione.
OTTIMI I RISULTATI DELLA PRIMA SETTIMANA DEL CERVELLO
Nei giorni scorsi, al termine della Settimana del Cervello che si è tenuta a Pordenone, gli organizzatori hanno presentato i dati, quantitativi e qualitativi, relativi a questa prima edizione italiana della manifestazione.
Foto di Celeste
Più di 1500 presenze alle diverse sezioni - rilevate attraverso le schede di iscrizione e le registrazioni delle hostess di sala - con un 9% degli iscritti alle conferenze serali composto da persone provenienti da fuori regione e un 91% composto dai residenti in Friuli Venezia Giulia, di cui a sua volta il 94% proveniva dalla provincia di Pordenone e il 6% dalle altre. «Un dato che ci pare soddisfacente - ha commentato Davide Del Duca, presidente della Fondazione Bambini e Autismo ( http://www.bambinieautismo.org/index.php ), l’evento era alla sua prima edizione, credo possa definirsi un ottimo risultato, con cui sicuramente le persone hanno dimostrato di avere sete di cultura scientifica e di interessarsi ad argomenti che riguardano la propria salute». Dando uno sguardo alla composizione del pubblico presente alla sezione Scienza e cervello, ovvero alle conferenze serali, dai dati estrapolati dalle schede di iscrizione emerge che il 44% dei partecipanti era composto da professionisti dell’ambito sanitario e socio sanitario (l’evento, infatti, è stato accreditato dal ministero della Salute come valido ai fini dell’Educazione Continua in Medicina) il 7% era composto da studenti universitari e specializzandi afferenti ad altre facoltà, il 20% da insegnati, e ben il 29% da comuni cittadini interessati agli argomenti proposti, tra cui figuravano anche malati, familiari e volontari. A riprova del fatto, quindi, che gli eventi proposti sono riusciti a trasmettere sia il loro valore divulgativo, che quello formativo e di aggiornamento per categorie specifiche di partecipanti.
Per ulteriori informazione sull'evento suggerisco il seguente indirizzo:

Ti Regalero' Una Rosa: testo della canzone vincitrice all'ultimo Festival di Sanremo

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono mattoSono nato nel '54
E vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perchè non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perchè ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio... misurate le distanze
E guardate tra me e voi... chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perchè
Antonio sa volare.

domenica 11 marzo 2007

Ciclo di quattro seminari: PROSPETTIVE ATTUALI NELLA CLINICA PSICOSOMATICA.

Il ciclo di seminari propone un'analisi dei modelli e delle tecniche terapeutiche nel campo della clinica psicosomatica, evidenziando le implicazioni dei modelli psicosomatici "storici", illustrando e approfondendo le prospettive attuali nella attività terapeutica. (Relatore: Riccardo Scognamiglio, direttore Istituto di Psicosomatica Integrata)
Di fronte a un corpo che mostra la sua sofferenza in una forma eccentrica, occorre ripensare la logica della cura sulla base di modelli teorico-clinici integrati. Quali difficoltà pone un sintomo che non sembra ridursi agli aspetti fisiologico-funzionali del corpo? Il sintomo "psicosomatico" è effettivamente un'altra cosa rispetto a quello "oggettivamente organico"? Dove dunque viene collocata la soggettività del portatore del sintomo? Quale spazio può trovare un sintomo organico in un setting psicologico o psicoterapeutico? Ma sopratutto, è concepibile una competenza dello psicologo/psicoterapeuta sul corpo e sui suoi sintomi? A tali domande verrà data risposta durante i seminari, che si avvarranno di supporti visivi e audiovisivi e di continue esemplificazioni cliniche tratte dall'esperienza terapeutica e di ricerca dell'Istituto e del Gruppo di Ricerca dell'Università degli Studi di Milano Bicocca.
14 marzo Fondamenti epistemologici
29 marzo Nevrosi, traumi e patologia organica
19 aprile Angoscia e rappresentazione
3 maggio Prospettive terapeutiche
MILANO 14 MARZO-3 MAGGIO 2007
h 20.45-23.00
c/o Centro Metis,
c.so Buenos Aires 64/D
IPSI Istituto di Psicosomatica Integratavia
Vitruvio 3 - 20124 Milano
Tel. 0289546337
Fax 02 89545406
Per ulteriori informazioni sull'Istituto visitate il sito www.somatologia.it

giovedì 8 marzo 2007

COME MISURARE L'INTELLIGENZA

In questo dibattito Anna Oliverio Ferraris e Rita Raffaella Fabrizio, responsabile test del Mensa, discutono sulla misurazione dell'intelligenza.