venerdì 16 novembre 2007

Al via un master in psicologia dello sport
L’universita` di Firenze ha organizzato, prima universita` in Italia, un master in psicologia dello sport. La psicologia dello sport, che trae origine dall’intrecciarsi di molteplici discipline, dalla medicina alle scienze motorie, si occupa degli aspetti psicologici, sociali, pedagogici e psico-fisiologici dello sport. In un movimento sportivo sempre piu` complesso e articolato, dunque, la psicologia dello sport puo` dare il suo importante contributo non solo ai singoli atleti, ma anche alle federazioni, agli enti di propaganda, alle societa` e perfino alla formazione del personale addetto alle manifestazioni agonistiche.
Quello in questione e` un master di secondo livello, proposto dalla facolta` di psicologia diretta dal professor Saulo Sirigatti, che partira` il prossimo mese di gennaio grazie anche alla collaborazione del Coni fiorentino e della Regione Toscana. Al corso previsto per l’anno accademico 2007-08 (le domande di partecipazione devono essere presentate entro il 7 dicembre presso la segreteria post-laurea).
RICERCATORI ITALIANI SCOPRONO RELAZIONE TRA CERVELLETTO E AUTISMO
Il cervelletto coordina i movimenti: fin qui tutto chiaro. Recenti ricerche internazionali hanno però dimostrato che il cervelletto non presiede solo all'attività motoria, ma gioca un ruolo importante anche per le competenze emozionali e cognitive.

Gli studi di Schmahmann e Sherman nel 1998 hanno infatti dimostrato che lesioni acquisite del cervelletto in adulti e bambini possono determinare anche una serie di disturbi - che nel loro insieme sono stati definiti come "CCAS: Cerebellar Cognitive Affective Syndrome"- caratterizzati da riduzione delle competenze cognitive generali con specifiche cadute di tipo neuropsicologico, disordini del linguaggio espressivo e disturbi dell'affettività. In breve, i soggetti con lesioni acquisite al cervelletto verosimilmente manifesteranno deficit che vanno oltre quelli motori e potrebbero interessare le capacità di comunicazione e socializzazione. Finora non era però noto se un quadro sintomatologico simile fosse riscontrabile anche in soggetti che presentano una malformazione cerebellare congenita. Lo studio dell'IRCCS "E. Medea", pubblicato sulla rivista "Brain", ha preso in analisi i dati relativi a 27 soggetti portatori di malformazioni congenite del cervelletto. Una dettagliata indagine clinica e neuropsicologica ha consentito di evidenziare un ampio spettro di disordini, confermando così il ruolo centrale del cervelletto nell'acquisizione di competenze non solo motorie ma anche cognitive e affettive. Per esempio, i ricercatori hanno dimostrato il coinvolgimento del cervelletto nel controllo di alcuni compiti cognitivi e neuropsicologici, nel linguaggio, nell'interazione interpersonale, nel controllo e modulazione dell'affettività, nello sviluppo e negli apprendimenti in generale, nella patogenesi di alcune forme di autismo. In particolare, malformazioni coinvolgenti la porzione filogeneticamente più antica del cervelletto - il verme - producono i più importanti disturbi dell'affettività e della partecipazione sociale e determinano lo svilupparsi dei quadri a prognosi più sfavorevole, spesso associati a comportamenti riconducibili allo spettro autistico. Malformazioni coinvolgenti gli emisferi cerebellari sono invece più frequentemente associate a deficit neuropsicologici selettivi coinvolgenti le funzioni esecutive, le competenze visuospaziali ed il linguaggio. I disturbi di tipo motorio sono in genere i meno severi e hanno la tendenza ad un miglioramento lento ma progressivo spesso fino al raggiungimento di una piena funzionalità. Un dato rilevante emerso dal presente studio riguarda l'efficacia della riabilitazione nel trattamento delle patologie neurologiche su base malformativa, anche con manifestazioni precoci molto gravi, e di conseguenza la possibilità che acquisizioni avvengano anche molto tardivamente e in periodi non tradizionalmente considerati suscettibili di possibili ulteriori sviluppi. "Questo studio è il prodotto del lavoro clinico che da sempre caratterizza i centri di riabilitazione de La Nostra Famiglia" - sottolinea Renato Borgatti, Primario dell'U.O. NR1 dell'IRCCS "E. Medea" La Nostra Famiglia e responsabile del progetto di ricerca - "il lavoro infatti nasce da uno sforzo diagnostico molto accurato associato ad una approfondita valutazione del profilo di funzionamento cognitivo e comportamentale, il tutto finalizzato alla realizzazione di un progetto di intervento riabilitativo. E' inoltre il frutto dell'integrazione tra centri ad elevata competenza ma diversa specificità de La Nostra Famiglia, come il Servizio Malattie Rare e di Neuropsicologia dell'età evolutiva del Polo di Bosisio e il Servizio di Neurolinguistica del Polo di San Vito al Tagliamento e Pasian di Prato."

martedì 6 novembre 2007

Cuneo: convegno sulle sinergie, 'Lo psicologo tra i banchi'
Il gruppo 'Psicologia e Scuola' del Punto Informativo di Cuneo, sulla base dei risultati di un’indagine svolta negli istituti scolastici della provincia di Cuneo per sondare la realtà del lavoro dello psicologo nelle scuole della zona, ha posto le basi per la sperimentazione di un progetto pilota presso l’Istituto Comprensivo 'Duccio Galimberti' di Bernezzo. Da questa esperienza si sono tratte ulteriori riflessioni su possibilità e modalità di collaborazione proficua tra psicologi e scuola e sulle ricadute in termini di benessere e qualità.
Proprio per presentare tali risulati, l'Ordine degli Psicologi ha indetto un convegno dal titolo 'Lo psicologo tra i banchi. Sinergie costruttive tra psicologia e scuola', in programma per sabato 17 novembre, a partire dalle 8.30, presso il Salone delle Attività della Residenza per Anziani 'S Antonio', in corso Nizza a Cuneo.
Le finalità del convegno sono quelle di riflettere sull’importanza della realizzazione di una solidarietà di intenti tra l’Istituzione scolastica e l’Ordine degli Psicologi del Piemonte, per arrivare ad una collaborazione tra allievi, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici e psicologi.
Verrà rilasciato attestato di partecipazione alle persone che ne faranno richiesta. E’ stata inoltrata richiesta al Provveditorato agli Studi di Cuneo per riconoscere l’evento come formazione per gli insegnanti.
Si richiede l’iscrizione tramite e-mail, inviando il proprio nominativo entro il 14 novembre, al seguente indirizzo: puntoinformativo-cn@libero.it.
L'evento è stato organizzato con il patrocinio di: Città di Cuneo; Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese; ASL 15; Provincia di Cuneo; Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale Regionale per il Piemonte - Ufficio Scolastico Provinciale di Cuneo.
PROGRAMMA
Ore 8.30 Accoglienza e iscrizioni
Ore 8.50 Apertura dei lavori Pietro Piumetti – Responsabile Punto Informativo Provincia di Cuneo
Ore 9.00 Saluti del Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte Paolo Barcucci e delle Autorità
PRIMA PARTE (Chairman Pietro Piumetti)
Ore 9.15 La figura dello psicologo e le politiche educative Antonino Meduri – Reggente USP Cuneo
Ore 9.45 L’intervento degli psicologi dell’ASL 15 nella scuola Luigi Salvatico – Direttore S.C. Psicologia ASL 15
Ore 10.05 Gli interventi degli operatori del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese nella scuola Pierangela Puppi – Responsabile Servizio Territoriale di Base
Ore 10.25 Lo psicologo nella scuola: funzione, ambiti di intervento, competenze, aspetti deontologici Piera Brustia-Professore Psicologia Dinamica –Università di Torino
Ore 10.55 Promuovere la crescita: dalla prevenzione del disagio al benessere psicologico Giovanni Cappello Psicoterapeuta, Analista SIPI, Responsabile Ser.T. – ASL 8
Ore 11.25 Intervallo
Ore 11.40 Un’indagine sulle collaborazioni psicologo/scuola negli Istituti scolastici della Provincia di Cuneo: riflessione sui risultati Alessandra Mina - Psicologa dell’età evolutiva Psicoterapeuta
Ore 12.00 I progetti del Gruppo di Lavoro “Psicologia e Scuola”: un’esperienza all’Istituto Comprensivo “D.Galimberti” di Bernezzo Sonia Chiardola - Psicologa, Giovanna Dellaferrera Psicologa, Antonella Ghiara – Psicologa, Franco Bruna – Dirigente scolastico Istituto Comprensivo“D. Galimberti”
Ore 12.30 Dibattito
Ore 13.00 Sospensione dei lavori
SECONDA PARTE (Chairman Gian Sandro Lerda - coordinatore Gruppo di lavoro 'Psicologia e Scuola' Punto Informativo Provincia di Cuneo)
Ore 14.30 Tavola rotonda 'Dal dire al fare': la realizzazione della teoria attraverso il dialogo della rete Elvio Mattalia – Dirigente scolastico scuola primaria,Alessandro Tonietta – Docente scuola secondaria di primo grado, Miriam Broglia – Docente scuola dell’infanzia, Alessandra Frossasco – Presidente Associazione Genitori 'Il Cerchio', Mattia Bertaina– Rappresentante degli studenti scuola secondaria superiore, Lucia Attolico – Coordinatore Comm.Regionale Psicologia Scolastica dell’Ordine degliPsicologi del Piemonte, Edoardo Tallone – Psicologo Gruppo di lavoro 'Psicologia e Scuola' Punto Informativo di Cuneo
Ore 16.30 Dibattito
Ore 17.00 Chiusura dei lavori

venerdì 2 novembre 2007

LA SFORTUN A DI TOTO’ FA DIMENTICARE RIINA Da che è entrata nelle nostre case la tv sono passati parecchi decenni e oggi non occorre un master in psicologia delle comunicazioni sociali per comprendere che quell'elettrodomestico è uno strumento potentissimo di orientamento culturale, politico e comportamentale.

Quale effetto potrà avere sul pubblico la visione della fiction sulla vita di Totò Riina, "Il capo dei capi", di cui è andata in onda sulle reti Mediaset la prima puntata con uno straordinario successo di pubblico: 7 milioni e 146mila spettatori. Sulla confezione del prodotto nulla da dire: storia avvincente e ben recitata. Nella prima puntata per gli esordi delinquenziali del giovane mafioso è stata usata una chiave sociologica che può apparire "giustificazionista": alla morte accidentale del padre, provocata dallo scoppio di un ordigno che il genitore povero stava cercando di smontare per cavarci qualche soldo vendendo le polveri, il piccolo e già saggio Totò afferma che «assassino non fu l'ordigno ma la fame che spinse a maneggiarlo». Ineccepibile contestualizzazione: sono la fame e l'ignoranza il terreno di coltura della mafia. Tuttavia non è possibile non guardare con indulgenza al piccolo Totò colpito da una sfortuna così perfetta. Ancora: il giovanissimo futuro "capo dei capi" trascina il suo magro asinello, con il poco frumento che le sue arse terre hanno saputo dare, fino al mulino per trasformarlo in farina. Chi trova? Un torvo e cattivissimo mugnaio che gli ruba la farina e, scoperto sul fatto, lo copre di violente soperchierie. Cosa fareste voi al posto del piccolo Totò? È chiaro: gliela fareste pagare, al torvo mugnaio. E il mugnaio pagherà, con la vita, in un duello "leale". Tenerissimo, poi, e platonicissimo, come si addice a personcina casta e pura, l'amore del Totò giovanotto con una bella e castissima giovanotta. Aspettiamo di conoscere gli sviluppi nelle puntate a venire. Ci permettiamo, però, di porre una domanda: siamo proprio sicuri che il pubblico più vasto e più distratto, più giovane e meno motivato, riesca a identificare nel Totò Riina della fiction quel sanguinario capo mafioso che ammazzò o fece ammazzare decine di persone e saltare per aria Falcone e Borsellino? O piuttosto quel pubblico non corre il rischio di assistere alla narrazione con lo stesso stato d'animo con cui assisterebbe ai film di Coppola, parteggiando magari per il "padrino"? So bene quale sia l'obiezione di fronte a questa domanda: il pubblico è adulto e sa distinguere. Ma la psicologia sociale ha dimostrato che esistono fasce molto larghe di pubblico, le più fragili culturalmente e socialmente, che non sempre sono in grado di distinguere. E allora deve distinguere la tv che si insinua pervasivamente nelle case di tutti. Soprattutto dei più deboli. Perché una cosa è andare al cinema scegliendo di vedere "il Padrino", una cosa è trovarsi in casa Totò Riina con la faccia simpatica dello sfortunato figlio di Sicilia.