LA PSICOLOGIA DEL VIAGGIATORE
Scegliere le proprie vacanze? Desideri, aspettattive, personalità, traguardi.... Nasce così una nuova disciplina: la Psicologia turistica.
La narrativa, la musica e le differenti espressioni di arte, sia italiana che straniera, hanno da sempre fatto ricorso alla metafora del “viaggio”, un’immagine evocativa in grado di descrivere in modo pertinente il percorso di scoperta, d’indagine e di strutturazione della personalità di un individuo. Un percorso costellato da tappe con soste, imprevisti, ma soprattutto scelte. Scelte spesso determinanti per il raggiungimento del proprio traguardo personale. La scelta della meta delle proprie vacanze, ad esempio, è altrettanto complessa. In questi giorni i media, i giornali e i siti Internet specializzati, sono impegnati nella pubblicizzazione di numerose e differenti mete presso le quali trascorrere un periodo di soggiorno. In questi messaggi promozionali è possibile accedere alle informazioni più rilevanti in termini di rapporto costo-benefici, in grado di orientare il viaggiatore nella scelta del pacchetto più adeguato alle proprie esigenze. Negli ultimi anni, la scelta e l’organizzazione delle vacanze – sempre per più persone - risulta più attenta a numerose variabili (quali la scelta della località, il confronto dei costi, la propria disponibilità lavorativa, etc.) e viene ad assumere più di frequente le caratteristiche di un vero e proprio progetto. Tali attenzioni vengono così accolte e sostenute dagli operatori del settore turistico, che avviano le campagne pubblicitarie e promozionali ogni anno sempre più in anticipo rispetto alla stagione vacanziera. Succede, così, che nel corso delle festività natalizie, si sfogli un depliant che propone paesaggi tropicali nonché scenari paradisiaci. Tutto questo può essere ricondotto al valore e alla funzione di evasione e/o ricerca di relax che un viaggio può assumere per colui che lo organizza e che ne dispone in maniera accurata i termini e le condizioni. Si è inserita all’interno del panorama scientifico degli ultimi anni una nuova disciplina, la Psicologia turistica, che restituisce al viaggiatore la sua dimensione di individuo con motivazioni, preferenze, desideri, liberandolo dalla dimensione del viaggiatore, visto in extremis dagli operatori del settore, quale “soggetto economico”. Una ricerca, condotta dal gruppo del Prof. Mannheimer, che ha visto coinvolto un campione costituito da circa 4000 individui, riguardante la percezione delle proprie vacanze da parte degli italiani, ha dimostrato come attualmente il popolo vacanziero italiano rifugge da un prodotto massificato e da un servizio poco attento alle proprie esigenze, in una parola: approssimativo. Dai dati emerge che anche quei soggetti che non amano affidarsi alle agenzie di viaggio, ma che si danno da fare per reperire sul web le opportunità più vantaggiose, sono comunque attenti alla qualità dell’offerta alla quale si approcciano in modo critico. Continua, comunque, a popolare le più disparate località turistiche anche il cosiddetto “tradizionalista”, attento ai confort, alla buona cucina e quasi sempre pronto a non badare a spese. Tra le ultime tendenze abbiamo ancora i viaggi “verdi”, dove la protagonista indiscussa è la natura e le sue meraviglie. Accanto a questa tipologia di vacanza è possibile far rientrare anche tutti quei soggiorni orientati alla ricerca di spazi di relax, facciamo riferimento ai pacchetti che prevedono i cosiddetti circuiti del benessere, molto quotati soprattutto tra le donne, anche talvolta solo sotto forma di weekend. E per i viaggiatori dell’ultimo minuto? Talvolta qui non si tratta di una scelta ma di una necessità. Vacanze intelligenti sì, ma abbandoniamoci alla creatività, a quel che ci suggerisce soprattutto chi ci conosce meglio e può intuire cosa può davvero farci rilassare e provare emozioni da “album”.
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