giovedì 14 giugno 2007
mercoledì 13 giugno 2007
Cosa vive un bambino in ospedale? Quali sono le sue paure? Queste le domande a cui cerca di rispondere questo libro che riporta i dati di una ricerca “sul campo”, che dà voce ai piccoli ricoverati. Ai bambini è stato chiesto di partecipare a un concorso in cui potevano esprimere con disegni, poesie o temi il loro modo di vivere la malattia e l’ospedalizzazione. Grazie a 50 collaboratori dell’AGESO (Associazione Gioco e Studio in Ospedale) sono stati contattati, in vari ospedali, 379 bambini che hanno inviato i loro elaborati alla Casa Editrice. Dai loro lavori e dalla riflessione degli autori, nasce questo libro che è una testimonianza preziosa sui vissuti dei bambini in ospedale. Si rivolge agli esperti, agli educatori, ai pedagogisti, ai pediatri, agli psicologi dell’età evolutiva, ma anche ai genitori dei bambini che vivono l’esperienza della malattia e del ricovero.Ti racconto il mio ospedale vuole però dare anche indicazioni su cosa fare per migliorare la vita in corsia e aiutarci a non lasciare i bambini da soli. Emerge con chiarezza che quando il bambino ha l’opportunità di esprimersi e, soprattutto, incontra degli adulti disposti ad ascoltarlo, riesce a far fronte alle emozioni penose collegate alla malattia, che diventa un’occasione di crescita, nella misura in cui lo porta ad avere meno paura del suo mondo interiore.
Autori del libro:
Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo, psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore e responsabile del Servizio di Diagnosi e Valutazione dell’Istituto di Ortofonologia, Roma.
Michele Capurso, laureato in Pedagogia, ricercatore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia.
Coordina le attività formative per l’Associazione «Gioco e Studio in Ospedale» di Genova.Magda Di Renzo, laureata in Filosofia e in Psicologia, analista junghiana, membro del CIPA(Centro Italiano di Psicologia Analitica) e dello IAAP (International Association for Analytical Psychology). Responsabile del Servizio di Psicoterapia dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Istituto di Ortofonologia di Roma.
E ora, la parola a una piccola ricoverata, Francesca, che scrive:
"La mia malattia è come una magia…Forse solo un mago me la può portar via:è una febbre molto noiosache rende la giornata fastidiosa.Ma la mia pelle accaldata e il mal di testanon mi impediscono di far festa:col mio coraggio e il mio desiderionessun malanno fa di me sul serio!Anche in ospedale il sogno mi fa compagniae io vedo una spiaggia dipinta d’allegria, dove mi reco insieme ai miei cariper rendere dolci i momenti più amari".